Dopo lungo tempo, torno a scrivere viaggi e racconti. Qualche giorno fa, in effetti, è successo qualcosa che mi lascerà un ricordo indelebile per sempre. Ho sempre saputo che per me Venezia rappresenta qualcosa di intimamente legato alle mie radici, ma è stato incredibile quel Sabato, scoprire che c’è davvero di più.
Innanzitutto, non era un Sabato qualunque.
Era il Sabato in cui avrebbe compiuto gli anni la mia adorata nonna che per anni ha convissuto lì con il mio altrettanto adorato nonno. Ripercorrere quelle strade che loro stessi hanno percorso nella loro gioventù, vedere luoghi che avevano consumato le loro scarpe e vederne altri che forse non hanno mai visto è stato indescrivibile.
Quanti compleanni avranno trascorso lì, insieme, a scoprire lo splendore abbagliante di Venezia. A scoprirne luoghi nascosti, che forse non vedremo mai, nutriti ora di una nuova giovinezza.
Chissà se in uno di quei giorni hanno mai pensato alla famiglia che sarebbe venuta dopo di loro, e che pensando ogni volta a loro, avrebbe ripercorso quella stessa città.
Ecco, dunque, i pensieri che in quel meraviglioso Sabato affollavano la mia mente. Pensieri così dolci che per descriverli, dire “gioia” sarebbe un’emozione che contiene ancora così poco del mio pensiero.
Viottoli, calli, la piazza, il Ghetto, le Zattere. Era sempre lei, Venezia. Sempre la stessa, eppure sempre diversa. Diversa come in un gioco.
E, in effetti, proprio un gioco c’era alla base di tutto. Indizi, posti segreti, mappe e luoghi da raggiungere. Una tappa alla volta, si entrava sempre di più nello scrigno della città.
E scoprire Venezia, in definitiva, era come scoprire di più me stessa: snocciolare uno ad uno i sogni che ho sempre avuto ma che non sapevo di avere, e che ultimamente si sono fatti più chiari. Erano tutti lì, davanti a me, come sfere d’oro galleggianti sulla laguna. Potevo quasi toccarli, da quanto si erano fatti vicini. In un istante, era come se mi ci fossi tuffata dentro.
E poi, il sogno di tutti i sogni. Un tramonto alle Zattere tra amici, davanti alla Giudecca. Era proprio come me lo ero sempre immaginato. Dal punto di vista visivo, almeno. Perché dal punto di vista delle emozioni, esse galleggiavano nel Canale e, forse, chi passeggia per di là, potrebbe trovarle ancora lì…
Restiamo in contatto!
Segui @leggimee sui social!
Immagini:
- pixabay (user: adventurous_blondine).