Perché il Giappone è chiamato il Paese del Sol Levante?

Ve lo siete mai chiesto? Se si pensa al “Paese del Sol Levante” o all’“Impero del Sole” è inevitabile che la mente corra al lontano Giappone.

Eppure, al di là dell’immagine poetica che queste espressioni trasmettono ad un occhio europeo o americano, il perché il Giappone sia definito il Paese del Sol Levante non ha nulla a che fare con questo, ma affonda le radici numerosi secoli addietro, nella storia giapponese.

Innanzitutto, si sappia che la parola “Giappone” è un esonimo (dal greco ἔξω, éxō, “fuori”, e ὄνομα, ónoma, “nome”), ovvero un nome utilizzato per definire il Giappone, ma da chi non è di lingua giapponese.

Infatti, mentre in quasi tutte le lingue del mondo la parola usata è “Giappone” con tutte le varianti del caso (Japan, Japon, Japón, ecc), in lingua locale la parola usata è un’altra, 日本, pronunciata Nihon oppure Nippon, il cui significato è, come da tabella sottostante, “origine del sole”.

Ideogrammi di GiapponeLetturaSignificato
NISole
HONOrigine
“Giappone” in giapponese è detto “Nihon” o “Nippon

Come vediamo, dunque, il nome stesso ci riconduce al sole che sorge. Come si arrivò, però, ad una tale immagine?

Sarà necessario effettuare un ulteriore salto indietro nel tempo, quando Nihon (o Nippon) non era ancora il primo nome del Giappone

La storia del nome “Giappone”

Il primo nome del Giappone: WA

Il primo nome con cui i Giapponesi chiamarono se stessi (endonimo) fu wa.

Ce ne sono riferimenti, ad esempio, già nel 238, quando in risposta al tributo inviato alla corte cinese dalla regina giapponese, nota come Himiko, la prima rispose con quanto segue:

Himiko, regina di wa, è riconosciuta come alleata di Wei“.

Stralcio della comunicazione inviata dalla corta cinese a quella giapponese nel 238 – Kidder, J. (2007). Himiko and Japan’s Elusive Chiefdom of Yamatai: Archaeology, History, and Mythology. University of Hawai’i Press (pp. 16-17)

D’altro canto, non avendo i Giapponesi un sistema di scrittura, quando le prime volte incontrarono il popolo cinese, quest’ultimo trascrisse il suono wa con l’ideogramma , da essi pronunciato (si noti come in Giapponese ed in Cinese non esistano i medesimi suoni e siano necessari degli aggiustamenti).

Il primo ideogramma usato per WA

Inizialmente, con il termine wa, i Cinesi indicavano non soltanto le popolazioni dell’est, quindi i Giapponesi, ma anche quelle del sud, ovvero i Coreani. Alcuni studiosi, in effetti, hanno ipotizzato che il termine wa non fosse altro che un equivalente della parola “barbaro”, nell’accezione usata dagli antichi Greci e poi Romani, per indicare qualcuno di non Greco o Romano, e quindi semplicemente “straniero”.

fu dunque il primo appellativo dato al Giappone dai Cinesi, ma l’ideogramma con il quale venne trascritto, come vedremo tra poco, aveva una connotazione un po’ negativa.

Aveva, infatti, due significati che facevano riferimento all’atteggiamento sottomesso che i Giapponesi sembravano manifestare, ed alla loro bassa statura.

Vediamo ora il perché di entrambi i significati di wa 倭:

  1. Atteggiamento obbediente, sottomesso“: il primo riferimento si trova nel Shuowen Jiezi, antico dizionario cinese (risalente al 121), dove l’ideogramma 倭 è chiaramente formato da una parte sinistra ⺅che significa “uomo” ed una parte destra 委 dal significato di “curvo”.
    Sembra che ad un primo contatto con il popolo giapponese, i Cinesi abbiano usato tale ideogramma per descriverne l’atteggiamento compiacente e la propensione all’obbedienza ed all’inchino.
    Nella storiografia cinese, esempi riportano come “il rispetto è mostrato dall’assumere una posizione accovacciata” (Hou Han Shu, tr. Tsunoda 1951:2), oppure “si accovacciano o inginocchiano con entrambe le mani per terra. Questo è il loro modo per mostrare rispetto” (Wei Zhi, tr. Tsunoda 1951:13).
  2. Il secondo significato di “bassa statura” sembra fosse invece di secondaria importanza rispetto al precedente, e probabilmente si riferiva agli abitanti delle Isole di Okinawa e Ryukyu.

La scrittura del nome del Giappone cambia

Quando in Giappone iniziarono a diffondersi gli ideogrammi e gli scriba si resero conto del significato che veniva attribuito alla parola wa, pensarono subito che vi fosse una componente offensiva nel nome con il quale erano conosciuti.

Cambiarono dunque la scrittura del loro endonimo da 倭 a 和, che in Giapponese è pronunciato sempre allo stesso modo, ovvero wa (questo è uno dei tanti esempi dell’omofonia tipica della lingua giapponese).

Dall’ideogramma 倭, tolsero la componente di sinistra, che come abbiamo visto è relativa ad “uomo” (⺅), e tennero la parte superiore della componente di destra (禾) dal significato di “grano”, cui aggiunsero 口, dal significato di “bocca”.

Il risultato finale è dunque wa , dal significato di “armonia”, “pace”, “completezza“.

Wa 和 iniziò dunque ad essere utilizzato per indicare il Giappone e, ancora oggi, è usato spesso nei composti di più ideogrammi per indicare tutte le cose “in stile giapponese” in contrapposizione a quelle che non lo sono. Ad esempio: 和食 (washoku) è il pasto in stile giapponese, 和服 (wafuku) sono i vestiti giapponesi, come il kimono.
Una curiosità: 和洋 (wayou) significa “Giappone ed Europa”, laddove il primo kanji rappresenta il Giappone ed il secondo l’Europa.

L’ideogramma di WA, “armonia”

和 è il secondo carattere che costituisce il nome dell’era attuale, l’era Reiwa (令和).

In combinazione con l’ideogramma di “grande” (大), wa origina Yamato, parola spesso usata anticamente come sinonimo di Giappone.

大和

Cosa significa Yamato (大和)?

  • Il nome di uno dei clan più potenti del Giappone. Nel corso del IV secolo, riuscì a prevalere sugli altri ed a dare origine alla dinastia imperiale.
  • L’antico nome dell’area geografica che oggigiorno corrisponde grossomodo alla prefettura di Nara. Era chiamata anche Washū (和州).
  • Il gruppo etnico nativo del Giappone, in contrapposizione con gruppi minoritari, come il popolo Ainu, i Ryukyani, ecc. Il termine è entrato in uso con questa connotazione a partire dal XIX secolo.

Dunque abbiamo detto che era chiamato Wa, ma anche Yamato… Perché e come il Giappone divenne il Paese del Sol Levante?

Lo vediamo assieme nel prossimo paragrafo.

Perché ora il Giappone è il Paese del Sol Levante?

Il principe Shōtoku Taishi

La dicitura Nihon, “origine del sole”, è, come detto, assai più recente della parola wa.

Fa riferimento alla posizione orientale del Giappone rispetto alla Cina, con la quale esso intratteneva relazioni commerciali e diplomatiche.

Il sovrano di Sui (la Cina) chiede rispettosamente notizie del regno di wa.

Messaggio inviato nel 605 dal sovrano Yang della dinastia Sui alla Corte giapponese – Varley, Paul. (1980). Jinnō Shōtōki

In questo messaggio, si nota come nel 605 il nome del Giappone adottato in Cina fosse ancora wa.

La risposta da parte della corte giapponese arrivò l’anno dopo e sembra che sia stata scritta proprio dal Principe Shōtoku Taishi (574-622), una figura che negli anni assunse una connotazione quasi leggendaria, e che che servì come Reggente sotto il regno dell’Imperatrice Suiko. Grandissimo estimatore della cultura cinese, pur non accettandone la sottomissione culturare, fu grande promotore del Buddhismo in Giappone.

Ecco come iniziava la missiva del Principe:

Il Figlio del Cielo dal Regno del sol levante scrive una lettera al Figlio del Cielo del Regno del sole calante”

Messaggio inviato nel 606 dalla corte giapponese a quella cinese (traduzione di Bielenstein, 2005: 102)

Perché il Giappone è il Paese del Sol Levante
Il testo in cinese della prima parte della missiva inviata dal principe Shōtoku

Questa lettera sembrò non fare particolarmente piacere alla corte cinese, che notò subito come il Giappone si stesse mettendo sullo stesso piano della Cina.

Importante notare anche come il Giappone si fosse cambiato autonomamente il nome e lo avesse fatto sulla falsa riga cinese, adottandone uno che facesse riferimento proprio alla posizione geografica ad oriente del Celeste impero.

Nonostante la missiva fosse stata freddamente accettata dalla corte, la missione continuò e gli ambasciatori furono in grado di riportare in patria beni preziosi e, soprattutto, idee e cultura.

Nel Libro dei Tang, opera riguardante l’omonima dinastia (618-907) che seguì la succitata dinastia Sui (581-618), è riportato come i Giapponesi non apprezzassero il nome wa, e preferissero invece Nihon o Nippon, “l’origine del sole”. Nihon, in cinese mandarino, è pronunciato Rìběn.

Ecco, dunque, la storia del perché e del come il Giappone divenne il Paese del Sol Levante.

Perché da Paese del Sol Levante si arrivò alla parola Giappone / Japan?

Tutto derivò dalla difficoltà di pronuncia della parola Rìběn, la pronuncia in cinese mandarino di Nihon, da parte di chi visitava la Cina.

Marco Polo (1254-1324), che in Giappone non arrivò mai, ne raccontò meraviglie, come di una terra dalle ricchezze inestimabili. Il nome che riportò poi in madrepatria fu quello di Cipango.

I Portoghesi che nel XIV secolo intrattenevano traffici commerciali in Malacca, dove le parole usate per Giappone erano storpiature di quanto pronunciato in Cina, JepangJipang, e Jepun, importarono questi suoni in Europa.

In inglese, la parola Giapan venne trascritta per la prima volta in un libro stampato a Londra nel 1577.

Il nome ufficiale del Giappone oggi

Il nome ufficiale del Giappone è Nihon Koku o Nippon Koku (日本国).

Sia noto che dalla Restaurazione Meiji (1868) alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il nome ufficiale era “Impero del Grande Giappone” (大日本帝国, Dai Nihon Teikoku).

Come abbiamo raccontato all’inizio dell’articolo, in quel periodo era conosciuto, in un modo forse un po’ poetico, anche come “Impero del Sole”.

Perché i riferimenti al sole?

Negli appellativi dedicati al Giappone, è continuo il riferimento al Sole.

Se un motivo per il quale il Giappone è il Paese del sol levante è ricavabile dalla sua posizione geografica rispetto alla Cina, non è certamente l’unica ragione.

Il sole, infatti, ha un chiaro ruolo anche nella mitologia giapponese. Il sole è personificato dalla dea Amaterasu. E chi è suo diretto discendente? Proprio così, la casata imperiale.

Non in un’ottica poetica, dunque, ma di consolidamento del potere imperiale, è da vedere la scelta del Principe Shōtoku Taishi di inviare la missiva contenente l’espressione “Figlio del Cielo del Regno del sol levante“.



FONTI:


Elisa Borgato

Lavoro come Web Editor specializzata in Viaggi & Turismo, ma qui sono semplicemente la 'Cantastorie del Giappone'. Scrivo da sempre. Amo la natura, viaggiare in solitaria, la spontaneità e gli imprevisti (anche se quest'ultimi non sempre o, almeno, non subito!). Sono laureata in Lingue e Culture dell'Asia Orientale... Sì, ho studiato il giapponese, e dal 2021 ho deciso di trasformare questa mia passione per l'Asia in un blog, LeggiMee. Qui scrivo del Giappone che mi più mi appassiona, ma racconto anche storie brevi e mi lascio andare all'improvvisazione!

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