Iniziamo da questo titolo, che mi si conceda si ispiri liberamente ad un’espressione dello scrittore Kenzaburō Ōe (あいまいなにほんとの私, aimaina Nihon to no watashi, tradotta come “io e il mio ambiguo Giappone”), per arrivare a rispondere a: Cos’è il Giappone per me?
Credo sia la domanda più difficile che mi si possa fare. Forse perché rispondervi sarebbe come un po’ come dirvi chi sono. E sappiamo bene che non si può.
Giappone sono per me le lezioni di karate, quando il Sensei mi insegnava le prime, complicate parole in lingua.
È anche la prima volta in cui sono andata al ristorante e ne ho assaggiato i piatti rimanendone estasiata… Ma è anche la prima volta che li ho assaggiati a Tokyo e ne sono rimasta scioccata.
Sono gli anni di Università, gli amici che ho conosciuto lì.
I pomeriggi a sorseggiare il the.
Quelli a sgranocchiare deliziosi KitKat al matcha.
Quelli a nutrirsi dei libri della biblioteca. Kawabata, Mishima, Kirino, Murakami.
È andarci finalmente, in Giappone, e starci mesi.
È tornare in Italia, trovare un lavoro e poi tornarci di nuovo e capire che non me ne sono mai andata davvero.
Giappone, per me, è anche capire che, ovunque vada, il Paese del Sol Levante c’è. In modo più o meno manifesto.
Perché, anche se ancora non ne comprendo il motivo, è quello che desidero, che voglio, che sono.
E dunque… Non mi resta che darvi il benvenuto nel mio Giappone!!! 私の日本によこそう!!!
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