Non può che commuovere il mito che ora raccontiamo, la leggenda del Tanabata, che narra l’amore dolce ed eterno della principessa Orihime e del suo amato Kengyuu.
Tra storia, favola e astronomia… Ecco a voi il Tanabata.
- Innanzitutto… Cosa significa Tanabata?
- La favola d’amore della tessitrice Orihime e il mandriano Kengyuu
- La leggenda del Tanabata: c’era una volta…
- Origini: raccontiamo il mito cinese di Niulang e Zhinü
- Il Settimo Giorno del Settimo Mese nel calendario lunare
- Qual è il significato dietro ai festeggiamenti del Tanabata?
- Come si festeggia il Tanabata oggi: i tanzaku
Innanzitutto… Cosa significa Tanabata?
Come vedremo più estesamente tra qualche paragrafo, la leggenda del Tanabata ha origine in Cina, dove però era chiamata Qixi (七夕). La festa venne introdotta in Giappone ai tempi di una delle più grandi regine della storia, nel 755 e venne chiamata Kikkōden, la “festa per pregare per le abilità“.
Durante queste celebrazioni, vi era la tradizione di esprimere dei desideri, un’usanza che è rimasta nel Tanabata odierno.
Sembra, però, che nel periodo in cui la leggenda arrivò in Giappone, ivi vi fosse un rito shintoista di purificazione che prevedeva che una sacerdotessa intessesse un abito su un telaio chiamato, appunto, tanabata (七夕). Quegli ideogrammi, in Giappone, venivano anticamente letti Shichiseki, ovvero “settima notte”.
Un po’ alla volta, le due celebrazioni andarono ad unirsi e il Tanabata poté divenire quello che è oggi.
La favola d’amore della tessitrice Orihime e il mandriano Kengyuu
Il Tanabata è la leggenda di un amore, quello tra la principessa e il suo amato.
Vi diremo di più: è una leggenda sull’amore tra due stelle: Vega e Altair.
Vega, infatti, in Giappone è spesso chiamata Orihime (織姫, lett. “la principessa che tesse”) ed è la stella più brillante della costellazione della Lyra (Alpha Lyrae).
Altair, invece, è spesso chiamata Kengyuu-Boshi (牽牛, lett. “colui che richiama i bovini”) o Hiko-Boshi (彦星, lett. “ragazzo stella”) ed è la stella più importante della costellazione dell’Aquila (Alpha Aquilae).
Immergiamoci ora nella loro storia…
La leggenda del Tanabata: c’era una volta…
C’era una volta la figlia dell’imperatore, Orihime, che se ne stava seduta sulla sponda della Via Lattea.
Ella stava tessendo, come chiestole da suo padre (che adorava i bei vestiti che riusciva a creare).
Quel giorno, però, Orihime era davvero triste poiché si stava rendendo conto di essere così impegnata nella tessitura da non avere il tempo per innamorarsi.
Suo padre, Tentei, il re di tutti i Cieli, si dispiacque e la promise in sposa a Kengyuu, che viveva al di là del fiume (la Via Lattea).
Il loro matrimonio fu dolce e felice sin dall’inizio, e ogni giorno lo diventava di più.
Orihime, però, poiché trascorreva troppo tempo con il marito, trascurava la tessitura, facendo così arrabbiare suo padre Tentei.
Per questo, egli decise di separarli e riportarli ai capi opposti della Via Lattea. Solo una notte all’anno essi si sarebbero potuti incontrare, la settimana notte del settimo mese dell’anno.
In quella data, uno spicchio di luna, a guisa di barca, avrebbe accompagnato Orihime dal suo amato Kenkyuu, navigando il fiume della Via Lattea.
Ma se Orihime non avesse intessuto abiti al meglio delle sue capacità, Tentei avrebbe fatto piovere e la Luna non avrebbe potuto accompagnare Orihime a causa della piena del fiume.
Si dice però, che nelle notti di pioggia, un gruppo di gazze ladre voli sulla Via Lattea per costruire un ponte che Orihime possa percorrere…
Il legame tra “abilità” e Tanabata è vivo ancora oggi. Scopri di più nell’articolo:
Tanzaku per il Tanabata: desideri di carta nella notte delle Stelle
Origini: raccontiamo il mito cinese di Niulang e Zhinü
Le origini della leggenda del Tanabata sono riscontrabili in Cina, luogo dal quale il mito venne importato intorno al VIII/IX secolo.
Inizialmente i festeggiamenti furono appannaggio della corte, ma progressivamente, nel periodo Edo (1603-1868) la festa raggiunse anche il popolo.
Il mito cinese, che ora vedremo, venne però parzialmente adattato alle necessità giapponesi, per incontrarne esigenze culturali.
In Cina, infatti, la storia celebrata tuttora nel Qizi Festival (chiamato anche il Festival del Doppio Sette, il San Valentino cinese, la Notte dei Sette…) è un po’ diversa.
La leggenda del mandriano e della tessitrice
Si narra che Niulang (Altair), fosse un orfano cacciato di casa dai suoi fratellastri, che gli concessero di portare con sè soltanto una vecchia mucca.
L’anziana mucca, però, riuscì a predirgli che quella notte avrebbe ricevuto la visita di una fata la quale, se non fosse riuscita a tornare in cielo entro l’alba, sarebbe rimasta con lui per sempre.
Così fu, e Niulang si innamorò della bella fata, che non era altri che Zhinü, la Tessitrice dei Cieli (Vega), e decise di sposarla.
Il Re dei Cieli, però, infuriato, ordinò che la fanciulla venisse immediatamente riportata a casa, ovvero nei cieli.
Niulang partì subito alla ricerca dell’amata, ostacolato, però, dalla Regina dell’Ovest che gli sbarrò il passaggio disegnando un Fiume d’argento (la Via Lattea) nel cielo.
Le gazze ladre, intenerite, decisero di costruire un ponte sopra il Fiume d’argento che potesse ricongiungere i due innamorati.
Anche il Re dei Cieli si lasciò commuovere e concesse a Zhinü e Niulang di incontrarsi una volta all’anno, il settimo giorno del settimo mese.
Il Settimo Giorno del Settimo Mese nel calendario lunare
In entrambi i miti, le due stelle si possono incontrare soltanto il settimo giorno del settimo mese dell’anno.
Si tratta di un conteggio che è basato sul calendario lunare, pertanto la festa dovrebbe cadere tra Agosto e Settembre (nel 2021, verrà celebrata il 14 Agosto in Cina).
In quell’occasione, infatti, le costellazioni della Lyra e dell’Aquila sono particolarmente evidenti nel cielo, e le loro stelle più brillanti, Vega e Altair, sono separate dalla via Lattea. In particolare, il settimo giorno del mese la luna è crescente e sta raggiungendo il suo primo quarto. Per questo, se non piove, le due stelle sono particolarmente evidenti.
… Se è così, perché in Giappone si festeggia il Tanabata il 7 luglio?
In Giappone, tranne qualche rara eccezione, il Tanabata è festeggiato il 7 Luglio, anziché in Agosto o Settembre.
In realtà, non è sempre stato così e il punto di svolta fu la Restaurazione Meiji (1868), quando, in un’ottica di modernizzazione ed apertura, venne adottato il calendario gregoriano, al posto di quello lunisolare (ne parliamo approfonditamente qui).
L’impatto di questo cambiamento fu enorme, e certamente non rapido.
Si pensi che il calendario lunare era strettamente legato alla terra ed al ritmo delle stagioni, e candenzava strettamente il ritmo di vita dei Giapponesi.
Ci fu addirittura un tempo in cui il calendario Meiji era relegato a mero “calendario della corte imperiale”, in opposizione al “calendario Tokugawa”, cui il popolo era affezionato.
Fu solo dal 1911 che vennero rimosse dai calendari giapponesi le annotazioni sulle fasi lunari.
Vennero cambiati i nomi dei mesi, e le date delle festività del calendario lunare vennero semplicemente tradotte nella loro controparte solare.
Ecco quindi che il settimo giorno del settimo mese lunare divenne il 7 Luglio, momento dell’anno in cui la luna potrebbe o non potrebbe essere crescente.
Se ci si pensa, questo cambiamento aggiunge una nota un po’ dolente alla leggenda del Tanabata, in quanto il mese di Luglio è il fulcro della stagione delle piogge…
Ci sono comunque alcune località del Giappone, dove si festeggia in Agosto: a Sendai, ad esempio, il Tanabata è dal 6 al 8 Agosto, ed è uno dei festival più belli di tutto il Paese. Si pensi che nel periodo Edo, venne soprannominato Tanabata-san (Signor Tanabata)!
Qual è il significato dietro ai festeggiamenti del Tanabata?
Se la leggenda del Tanabata scuote i cuori più sensibili, il significato che si cela dietro ai suoi variopinti festeggiamenti, è in realtà soprattutto un altro.
Il Tanabata infatti celebra soprattutto l’operosità, la maestria e la dedizione per il lavoro. La principessa viene infatti ricompensata solo se i suoi abiti saranno all’altezza della sua ben nota bravura.
Non solo! Quando i due sposi sono disperati, intervengono le gazze ladre a costruire il ponte. Il Tanabata diventa quindi anche il mito della cooperazione e dell’unità.
Infine, quando il Tanabata era festeggiato secondo le date del calendario lunare, era anche un modo per pregare per la fine della stagione delle piogge.
Ma come si festeggia il Tanabata? Lo vediamo nel prossimo paragrafo!
Come si festeggia il Tanabata oggi: i tanzaku
Puoi approfondire l’origine, il colore e i significato dei tanzaku nell’articolo dedicato:
Tanzaku per il Tanabata: desideri di carta nella notte delle Stelle.
Il Tanabata è una festa coloratissima e divertente!
Per festeggiare l’occasione, oltre a riversarsi nelle strade illuminate e decorate, indossando gli abiti tradizionali (gli yukata), è forte usanza per i Giapponesi quella di scrivere sui tanzaku, strisce di carta che simboleggiano i fili intessuti dalla principessa Orihime. Qui vengono depositati i propri intimi desideri da inviare alle stelle.
L’usanza è molto sentita tra i giovani, che solitamente vi scrivono chiedendo fortuna in amore o, talvolta, negli studi.
I tanzaku vengono successivamente appesi a rami di bambù, un vero e proprio simbolo del Tanabata. Rami e foglie, infatti, agghindano case e strade e, in alcuni luoghi, le sue foglie vengono fatte galleggiare nei fiumi insieme alle lanterne di carta.
Cosa scriveresti nel tuo tanzaku?
FONTI:
- Steven, L. (2011). Celebration of seasonally based holidays and festivals in Japan: a study in cultural adaptation. Proceedings IA U Symposi’Um No, 278(2011).
- Renshaw, S. e Ihara S. (1999). Orihime, Kengyuu, and Tanabata. Adapting Chinese Lore to Native Beliefs and Purposes. Bullettin for the Philippine Astronomical Society, 9.
- Qixi Festival (Wikipedia).
IMMAGINI:
- Tanabata festival in Hiratsuka (Aimaimyi, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)