La favola della Lepre bianca di Inaba

La favola della “Lepre bianca di Inaba” è un racconto che trova voce nelle prime pagine del Kojiki, il primo libro giapponese mai scritto.

Uno dei discendenti di Susanoo è Ō-kuni-nushi (o Ohoanamuji), protagonista di questa storia e divinità che ha contribuito alla costruzione del Giappone.

Questa la storia del suo incontro con la lepre di Inaba.


Come puoi conoscere questa storia?

Puoi guardarla in questo video

Oppure, proseguire nella lettura!


Ō-kuni-nushi incontra la bianca Lepre di Inaba

Ō-kuni-nushi (o Okuninushi), Signore della Grande Terra, era partito con i suoi 80 fratelli per Inaba: speravano che uno di loro riuscisse a sposare la principessa Yakami.

Gli 80 fratelli, ben più forti di Ō-kuni-nushi, lo avevano portato con loro solo come loro assistente, e lo avevano caricato di tutti i bagagli.

Quando giunsero a Capo Keta, trovarono una lepre, privata della sua pelliccia, che giaceva a terra.

Gli 80 fratelli, vedendo la lepre sofferente, le dissero: “Dovresti provare a farti un bagno nel mare e poi asciugarti al vento”.

La povera lepre ascoltò il consiglio ma quando si stese per asciugarsi, la sua pelle si ricoprì di piaghe.

Arrivò quindi Ō-kuni-nushi, Signore della Grande Terra, e subito chiese alla lepre perché fosse rimasta senza la sua pelliccia.

Così, la lepre di Inaba raccontò la sua storia.


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Capo Keta è identificato con la moderna città di Tottori, nell’isola di Honshū. Le sue vaste dune sono il simbolo della zona.

L’inganno della Lepre

La lepre raccontò che si trovava sull’isola di Oki.

Pur desiderando attraversare il braccio di mare, non aveva mezzi.

Fu così, che decise di ingannare i coccodrilli


Wani = Traduciamo qui wani con “coccodrilli“, anche se, in alcune versioni, la parola viene resa come “squali” o “mostri marini“.
I Wani sono yōkai, figure soprannaturali della mitologia giapponese.
Nella lingua moderna, wani () significa “coccodrillo” o “alligatore”.


Facciamo una scommessa – disse loro – e vediamo quale delle due famiglie, quella dei coccodrilli o quella delle lepri, è più numerosa”.

Astutalmente suggerì loro: “Chiamate qui a raccolta tutti i membri della vostra famiglia e disponetevi in modo da formare una linea che colleghi l’isola di Oki con Capo Keta. A quel punto – disse – io camminerò su di voi e vi conterò tutti”.

I coccodrilli si disposero come ordinato e la lepre passò su di essi, contandoli.

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In una illustrazione giapponese del 1836 la principessa Toyotama, figlia del Re dei mari (un Wani), si trasforma ella stessa in un Wani per dare alla luce suo figlio.

Prima di giungere a riva, però, la lepre di Inaba rivelò di averli ingannati. A quel punto, l’ultimo coccodrillo della lunga fila, prima che la lepre riuscisse a saltare a terra, lo afferrò e gli staccò la pelliccia.

Ecco perché la lepre giaceva ferita a Capo Keta.


La profezia della Lepre bianca di Inaba

Sentendo la storia e avendo capito cosa avessero suggerito i suoi 80 fratelli, Ō-kuni-nushi, Signore della Grande Terra, consigliò alla lepre:

“Vai alla foce del fiume e sciacquati nell’acqua fresca: prendi poi il polline dei giunchi che crescono lì e cerca di rotolartici sopra. Dovresti stare bene, a quel punto”.

La Lepre, a quelle parole, si rivelò: era, infatti, la divina Lepre bianca.

Predisse: “I tuoi 80 fratelli non sposeranno mai la principessa di Yakami. Lo farai tu, che a loro hai portato i bagagli”.


E come profetizzato dalla Lepre, Ō-kuni-nushi, Signore della Grande Terra, sposerà la principessa di Yakami, ma questa, Signori e Signore, è un’altra storia…


FONTI:

  • Traduzione libera di LeggiMee di brani da Kojiki: Records of Ancient Matters, tradotto da B.H. Chamberlain (pubblicato da Global Grey).

IMMAGINI:

  1. Hashi photo, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons;
  2. Katsushika Hokusai. Picture Book of Chinese and Japanese Warriors (Wakan ehon sakigake), 1836. The Metropolitan Museum of Art, New York.

Elisa Borgato

Lavoro come Web Editor specializzata in Viaggi & Turismo, ma qui sono semplicemente la 'Cantastorie del Giappone'. Scrivo da sempre. Amo la natura, viaggiare in solitaria, la spontaneità e gli imprevisti (anche se quest'ultimi non sempre o, almeno, non subito!). Sono laureata in Lingue e Culture dell'Asia Orientale... Sì, ho studiato il giapponese, e dal 2021 ho deciso di trasformare questa mia passione per l'Asia in un blog, LeggiMee. Qui scrivo del Giappone che mi più mi appassiona, ma racconto anche storie brevi e mi lascio andare all'improvvisazione!

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