Tanzaku per il Tanabata: desideri di carta nella notte delle Stelle

All’arrivo del Tanabata, il Giappone si ricopre di coloratissimi tanzaku, desideri e preghiere che costellano la notte più struggente del calendario.

Una delle storie più romantiche, quella della tessitrice Orihime e del mandriano Kengyuu, rivive ogni anno nella notte che ci si augura sia la più stellata dell’anno. La settima notte del settimo mese dell’anno è l’occasione per festeggiare il Tanabata e preparare i tanzaku.

Se volete scoprire di più sullo struggente amore di questi due personaggi, due stelle, in verità, leggetene la leggenda.

Altrimenti, qui vi racconteremo di più dei desideri espressi sulla carta dei tanzaku preparati proprio per il Tanabata…

Tanzaku per il Tanabata, desideri di carta espressi nella notte delle stelle Tanzaku ante Tanabata(m): l’uso in poesia nei renga

Tanzaku per il Tanabata, desideri di carta espressi nella notte delle stelle

tanzaku tanabata a kyoto
Tanzaku presso il Kifune Jinja di Kyoto

A partire dalla fine del mese di Giugno fino a Luglio il Giappone si riempie di Tanzaku. Appesi ad alberi, a rametti di bambù, lasciati sventolare nei giardini dei templi o addirittura alle finestre, sono i desideri di carta che vengono affidati al vento della notte delle stelle.

In alcune zone del Giappone, come ad esempio a Sendai, la festa di Tanabata non viene celebrata prima di Agosto (ricordate che l’antico calendario lunare non corrisponde a quello solare?). E dunque, questi fogli colorati impreziosiscono con i loro colori e le loro parole gli interni delle case, delle scuole, ma anche le strade.

Un’usanza antica, ancora più antica della stessa festa di Tanabata.

Cosa sono i Tanzaku preparati per il Festival delle Stelle?

Tanzaku (短冊) in giapponese ha un significato simile a “brevi fogli di carta“.

La storia di questi fogli di carta è assai lunga, ma oggi sono noti soprattutto per il ruolo fondamentale che svolgono in occasione della Festa della Settima Notte. Anche se il modo di celebrare questa festa varia di luogo in luogo, i Tanzaku sono presenti un po’ ovunque.

Svariati giorni prima dei festeggiamenti le persone depositano sulla carta i più intimi desideri del loro cuore. Spesso si tratta di un desiderio di amore e di famiglia, ma a volte si possono leggere preghiere per la salute o per il superamento di un esame. In genere questi desideri terminano con: –masu you ni (○○ますように), la forma tipica del desiderio.

Una volta espresso il proprio desiderio sul tanzaku lo si appende al ramo prescelto, solitamente un ramo di bambù, simbolo del Tanabata. Non è raro vedere, nei giorni che precedono la festa, persone che portano a casa rametti di piante che utilizzeranno proprio a questo scopo.

In alcuni luoghi del Giappone, viene addobbato un albero di bamboo e lasciato andare alla corrente, oppure bruciato dopo il festival, perché si dice che il fumo possa raggiungere le stelle.

L’usanza dei Tanzaku e il Kikkouden, la Festa del Miglioramento delle Arti

esposizione di tanzaku per il tanabata in una stampa del periodo edo
Veduta di Edo a Tanabata di Utagawa Hiroshige tratta dalla serie delle “Cento vedute famose del Monte Fuji”

Quando abbiamo raccontato l’origine del Festival delle Stelle, abbiamo menzionato il Kikkouden (乞巧奠).

La festa aveva origini cinesi, ed era molto popolare all’epoca della Dinastia Tang (618-907). Lì era chiamata Qixi (七夕) oppure Qiqiao (乞巧). Qiqiao voleva dire che l’occasione serviva ad “implorare per le abilità“.

Quando la festa arrivò in Giappone, al tempo dell’ultima regina della storia antica, con il nome di Kikkouden (乞巧奠), inizialmente mantenne questo significato legato al miglioramento e al mondo delle arti: poesia, ma anche tessitura e cucito. E forse non è la protagonista di Tanabata proprio una Tessitrice?

Ecco quindi che talvolta si sente dire in Giappone che, tradizionalmente, bisognerebbe scrivere nei tanzaku solo desideri relativi ad un miglioramento delle proprie capacità artistiche

In effetti, l’usanza di appendere i Tanzaku ai rami dei bambù per chiedere un miglioramento delle proprie abilità nella tessitura risale all’epoca Edo (1603-1868). Stampe dell’epoca sono infatti ricche di testimonianze a tale proposito.

Tanzaku perfetti: Attenzione al Colore

Al giorno d’oggi i tanzaku vengono creati con fogli di carta rettangolari dei più diversi colori.

Tradizionalmente, però, essi venivano realizzati in 5 colori differenti, ciascuno dei quali rimanda ad uno dei 5 elementi (una derivazione cinese). Gli elementi sono l’acqua, il fuoco, il legno, la terra e il metallo cui corrispondono nero, rosso, blu, giallo e bianco. Il nero, però, considerato di cattivo auspicio veniva spesso rimpiazzato con il viola.

Ciascuno di questi colori ha un significato ben preciso, e lo si dovrebbe scegliere in base al tipo di desiderio che si sta per esprimere. Scegliere il colore adatto farà in modo che il vostro desiderio si realizzi più facilmente!

NeroPer migliorare le proprie abilità mentali.
RossoQuando si desidera qualcosa collegato alla propria famiglia, antenati o semplicemente per dire grazie.
BluPer un desiderio di tranquillità e fiducia e un generale miglioramento di sé.
GialloIl colore dell’amicizia, spesso usato anche in ambito amoroso. Usare il giallo però è anche una richiesta di successo negli affari.
BiancoIl colore della risolutezza. Se si è a due passi dal successo in qualcosa è proprio il colore giusto da usare.

Tanzaku ante Tanabata(m): l’uso in poesia nei renga

tanzaku durante la sera di tanabata

Prima di diventare simbolo del Tanabata, i Tanzaku avevano ben altra funzione. Per saperne di più, però, bisogna tornare indietro, all’epoca Heian (794-1185). Essi infatti venivano utilizzati per la scrittura di poesie, renga in primis.

I renga (連歌, “poesia a catena“), sono una forma di poesia che viene composta in collaborazione. I partecipanti, stando in cerchio, propongono dei versi che poi andranno a comporre la poesia finale.

Si tratta quindi molto più di una semplice poesia. Essa è frutto di un luogo in cui i poetanti si incontrano, e dell’interazione tra i poetanti stessi.

Vi è il maestro che dirige il gruppo (sōshō, 宗匠), una persona che assiste il maestro e trascrive i versi che vengono via via scelti (shuhitsu, 執筆), e il resto dei partecipanti (renjū, 連衆). Un tempo, dunque, solo lo shuhitsu poteva scrivere i versi. Ora, invece, nei pochi luoghi in cui il renga sopravvive, tutti i partecipanti possono prendere nota.

Non possiamo dilungarci troppo sull’evoluzione del renga attraverso i secoli, ma si sappia che ad un certo punto venne utilizzato anche nel culto shinto e buddhista. Le poesie erano copie di sutra in un caso, e preghiere per placare il dio nell’altro. Forse un legame con l’uso odierno dei Tanzaku?

Ad ogni modo, vi erano diversi tipi di renga: uno di questi tre era proprio il Tanzaku.

Il termine qui si riferiva all’uso di strisce di carta di circa 6–7.5 × 36 cm, usate soprattutto in epoca più moderna, quando tutti i partecipanti potevano scrivere i propri versi per darli poi sōshō e allo shuhitsu. I due poi ne discutevano e si decideva se includere il verso nella poesia.

Tanzaku più grandi erano usati sia per mostrare a tutti i partecipanti i versi scelti, mentre quelli più piccoli per prendere appunti e abbozzare i propri versi. In alcune occasioni particolarmente solenni, i tanzaku sono fatti dei materiali più preziosi.


E per voi, come usereste il vostro Tanzaku per Tanabata?


FONTI:

  • Buck-Albulet, H. (2020). The Revival of Renga Poetry in Contemporary Japan in Japonica Humboldtiana (vol. 33).

FOTO:

  • Tanabata al Kifune Jinja di Kyoto, via Flickr, user Patrick Vierthaler (CC BY-NC 2.0).
  • Stampa di Hiroshige Utagawa (pubblico dominio).
  • Tanzaku, via Flickr, user Yuki Yaginuma (CC BY-ND 2.0).

Elisa Borgato

Lavoro come Web Editor specializzata in Viaggi & Turismo, ma qui sono semplicemente la 'Cantastorie del Giappone'. Scrivo da sempre. Amo la natura, viaggiare in solitaria, la spontaneità e gli imprevisti (anche se quest'ultimi non sempre o, almeno, non subito!). Sono laureata in Lingue e Culture dell'Asia Orientale... Sì, ho studiato il giapponese, e dal 2021 ho deciso di trasformare questa mia passione per l'Asia in un blog, LeggiMee. Qui scrivo del Giappone che mi più mi appassiona, ma racconto anche storie brevi e mi lascio andare all'improvvisazione!

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