Sai quali sono i numeri fortunati in Giappone?

Oggi è Venerdì 17 e vorrei scongiurare la malasorte con qualcosa di allegro e parlarvi dei numeri fortunati in Giappone.

Proprio una settimana fa, al contrario, avevamo dato spazio alle cifre più sfortunate, ovvero il 4 e il 9.

Quali saranno invece i numeri oggetto dello studio di oggi?


7 e 8 sono i numeri fortunati in Giappone, ma forse…

Un titolo, uno spoiler.

Non ci resta che vedere il motivo. Se pensate che si tratti di un motivo legato alla pronuncia, come poteva essere per i numeri sfortunati, in realtà questa volta non vi è alcun legame.

In questi due casi, i motivi sono più che altro culturali e religiosi.

Partiamo dal numero 8. Poi il 7, e poi…


Una forma che porta fortuna: il numero 8

Il numero 8 in giapponese è hachi, identificato da questo kanji: 八.

Come si può vedere è costituito da due asticelle che si allargano verso il basso. In giapponese c’è una parola che identifica tutto ciò: suehirogari (末広がり) che significa:

  • allargarsi in un’estremità come un ventaglio;
  • per estensione: diventare prosperi.

L’apertura che suggerisce questo kanji evoca anche l’idea di una pluralità indefinita di cose che è di buon auspicio.

C’è un’espressione il lingua giapponese, yaoyorozu no kami, 八百万の神, che letteralmente significa ci sono 8 milioni di kami, ovvero 8 milioni di divinità, in Giappone. In realtà, per il concetto spiegato prima, non sono 8 milioni, ma una grande quantità. Quindi dire yaoyorozu no kami, se ci si riesce!, è un modo per dire “tutti i kami“.


Da sfortunato a fortunato il numero è breve: il 7

Probabilmente lo conoscete tutti il proverbio che segue (secondo voi, potremmo annoverarlo tra gli yojijukugo, i proverbi a 4 caratteri?).


Nana korobi ya oki (七転八起 oppure 七転び八起き)
Cadi 7 volte rialzati 8.


Secondo alcuni pareri, un tempo il numero 7 (shichi oppure nana, 七) era un numero sfortunato.

Il legame poi con l’America e con la cultura del baseball (yakyuu, 野球) hanno fatto in modo che il 7 divenisse fortunato e dunque, il “lucky seven” (collegato al seventh-inning stretch).

In realtà non ho trovato fonti accreditate a supporto di tale tesi: se qualcuno ne sa qualcosa in più si faccia avanti nei commenti che sarei curiosa di saperne di più!

Nei prossimi paragrafi, scopriremo quanto il numero 7 sia infiltrato in aspetti diversissimi della cultura giapponese. Spero che per voi siano interessanti quanto per me lo è stato scriverne!


I 7 dèi della Fortuna: i Shichifukujin (七福神)

Avevamo iniziato a parlare delle divinità della Fortuna quando abbiamo raccontato la storia di Benten e del Drago di Enoshima.

I 7 dèi della Fortuna sono personaggi del folklore, un po’ comici, che negli anni sono divenuti protettori di arti, mestieri e particolari categorie. Spesso viaggiano a bordo della takarabune (宝船), ovvero la “nave del tesoro”, portando con sè gli oggetti che li contraddistinguono. Nel caso di Benten (o Bentaizen), il biwa, il liuto giapponese.


numeri fortunati in giappone
Ukiyo-e del Takarabune, la nave del tesoro

Il 7 Gennaio: il Nanakusa no sekku

Un altro dei modi in cui il 7 si è insinuato a pieno titolo tra i numeri fortunati in Giappone è l’usanza di mangiare il nanakusa gayu (七草粥) ogni 7 Gennaio.

Si tratta di una sorta di zuppa di porridge a base di riso contenente 7 erbe, le haru no nanakusa (春の七草), ovvero le 7 erbe della primavera. Si dice che mangiare queste erbe scaccerà ogni male dal corpo e preverrà le malattie.

Oltre a ciò, è un’usanza utile per disintossicarsi dopo le scorpacciate della fine dell’anno… Eheh.

C’è anche una controparte autunnale, anche se sicuramente meno famosa e celebra l’equinozio d’autunno, in cui si usano come decorazione, neanche a dirlo, le 7 erbe dell’autunno, aki no nanakusa (秋の七草).


nanakusa gayu numeri fortunati in giappone
Il Nanakusa Gayu viene preparato la sera prima oppure la mattina del 7 gennaio. Gli ingredienti e lo stesso pestello vengono orientati nella direzione fortunata e la preparazione è accompagnata da una canzone tipica (le erbe usate variano tra regioni ma sono generalmente erbe spontanee)

7 Luglio: il festival della settima notte, il Tanabata

Festeggiato ogni 7 Luglio, il Tanabata è una festa d’amore e di stelle. In questo giorno, anche se un tempo si seguiva il calendario lunare e il giorno non era quindi sempre lo stesso, Orihime e Hikoboshi, chiamati anche Vega e Altair, possono finalmente incontrarsi. Ma solo se la notte è limpida…

Puoi leggere la loro appassionante storia in questo articolo: Tanabata, il festival delle stelle e dell’amore, ma non solo…


La cerimonia del nome della settima notte: lo Oshichiya Meimeishiki

Oshichiya Meimeishiki (お七夜命名式, lett. “cerimonia del nome della settima notte”) fa parte delle celebrazioni di stampo buddhista per dare il benvenuto al nuovo nato.

La settima notte di vita del bambino, infatti, introduce il neonato nel mondo “degli uomini” dopo essere stato, fino ad allora, sotto la protezione “degli dèi”.

Secondo la tradizione, è questo il momento in cui viene dato il nome al neonato. Il nome viene scritto dal padre (o da un calligrafo) su un foglio, che viene poi esposto alla vista di amici e parenti che porteranno il loro nome.

Solitamente poi segue una cena, con pesce (orata, di solito) e l’immancabile sake.


15 Novembre: la cerimonia del Sette-Cinque-Tre, ovvero il Shichi-Go-San

Shichi-Go-San (七五三) è il tradizionale rito di passaggio che affrontano tutti i bambini di 3 e 5 e le bambine di 5 e 7 anni.

Le origini di questa festa sono piuttosto antiche, ma il modo in cui è festeggiata è stato sostanzialmente deciso nel periodo Meiji, a fine Ottocento.

Lo scopo di questa festa è augurare una vita prospera e felice a tutti i bambini delle età descritte. Per alcuni bimbi è il momento in cui indossare il kimono per la prima volta. Così vestiti si visita il santuario e, ultimamente, c’è anche l’usanza di scattare delle foto.

Questo è anche il momento in cui i bimbi ricevono la Chitose ame (千歳飴), ovvero la “caramella dei mille anni”. Rossa e bianca, è un dolciume a forma di bastoncino che vuole essere d’augurio per una vita lunga e felice.


In questo video avevamo parlato di Shichi-Go-San,
o meglio, delle sue interessanti e curiose origini.


Ci sono altri numeri fortunati in Giappone?

In realtà sì, anche se sicuramente meno importante di 7 e 8, sembra che anche il numero 3 possa essere annoverato tra i numeri considerati fortunati in Giappone.

3, san (三), è in effetti presente in molti proverbi, come questo:


Sandome no shoujiki (三度目の正直)
La terza volta è quella “buona”.


Inoltre:

  • 3 è una delle tre età per festeggiare Shichi-Go-San;
  • 3 volte per 3 tazze è il rito che sancisce la cerimonia nuziale, il san-san-kudou;
  • 3 sono i Gioielli del Buddhismo (Buddha, il Dharma e il Sangha);
  • conosci altri esempi? Scrivilo nei commenti!

C’è chi ritiene che il 3 sia particolarmente importante per la forma dell’ideogramma, costituito dall’ideogramma di 1 (ichi, 一) più quello di 2 (ni, 二): forse un modo per vedere uniti passato, presente e futuro? Oppure un modo di riassumere l’unità di corpo, mente e spirito? Chissà… A tal proposito non ho trovato fonti per poter dare certezza a quest’ultima tesi. Se ne sapete di più, sarei felice di conoscere la vostra opinione!


IMMAGINI:

  • TAKARABUNE: Utagawa Hiroshige, Public domain, via Wikimedia Commons.
  • NANAKUSA GAYU: Blue Lotus, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons.

FONTI:

  • Simon, G. H. (1952). Some Japanese Beliefs and Home Remedies. The Journal of American Folklore, 65(257), 281–293 (studio consultato il 17/12/2021).
  • Three Jewels and Three Roots (articolo consultato il 17/12/2021).

Elisa Borgato

Lavoro come Web Editor specializzata in Viaggi & Turismo, ma qui sono semplicemente la 'Cantastorie del Giappone'. Scrivo da sempre. Amo la natura, viaggiare in solitaria, la spontaneità e gli imprevisti (anche se quest'ultimi non sempre o, almeno, non subito!). Sono laureata in Lingue e Culture dell'Asia Orientale... Sì, ho studiato il giapponese, e dal 2021 ho deciso di trasformare questa mia passione per l'Asia in un blog, LeggiMee. Qui scrivo del Giappone che mi più mi appassiona, ma racconto anche storie brevi e mi lascio andare all'improvvisazione!

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